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La storia dei virus informatici

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Messaggio Da MapercomWeb Dom Ott 11, 2009 4:45 am

Nel 1949 John von Neumann dimostrò matematicamente la possibilità di costruire un programma per computer in grado di replicarsi autonomamente. Il concetto di programma auto-replicante trovò la sua evoluzione pratica nei primi anni 60 nel gioco ideato da un gruppo di programmatori dei Bell Laboratories della AT&T chiamato "Core Wars", nel quale più programmi si dovevano sconfiggere sovrascrivendosi a vicenda. Era l'inizio della storia dei virus informatici.[2].

Il termine "virus" venne usato la prima volta da Fred Cohen (1984) della University of Southern California nel suo scritto Experiments with Computer Viruses (Esperimenti con i virus per computer), dove egli indicò Leonard Adleman come colui che aveva coniato tale termine. La definizione di virus, era la seguente: "Un virus informatico è un programma che ricorsivamente ed esplicitamente copia una versione possibilmente evoluta di sé stesso".[3].

Nel 1972 David Gerrold scrisse un romanzo di fantascienza La macchina di D.I.O. (When H.A.R.L.I.E. was One), dove è presente una descrizione di un programma per computer chiamato "VIRUS" che fa esattamente le stesse cose di un virus. Nel 1975 John Brunner scrisse il romanzo Codice 4GH (The Shockwave Rider) in cui sono descritti programmi chiamati "tapeworms" che si infiltrano nella rete con lo scopo di cancellare tutti i dati. Nel 1973 la frase "virus del computer" era stata usata nel film Il mondo dei robot (Westworld). Il termine "virus del computer" con il significato corrente è inoltre presente anche nell'albo a fumetti "Uncanny X-Men" n. 158, pubblicato nel 1982. Si può dunque affermare che Cohen fece per primo uso della parola virus solo in campo accademico, dato che questa era già presente nella lingua parlata.

Un programma chiamato "Elk Cloner" è accreditato come il primo virus per computer apparso al mondo. Fu creato nel 1982 da Rich Skrenta sul DOS 3.3 della Apple e l'infezione era propagata con lo scambio di floppy disk. Nel corso degli anni ottanta e nei primi anni novanta fu lo scambio dei floppy la modalità prevalente del contagio da virus informatici. Dalla metà degli anni novanta, invece, con la diffusione di internet, i virus e i malware in generale iniziarono a diffondersi assai più velocemente, usando la rete e lo scambio di e-mail come fonte per nuove infezioni. Il bersaglio preferito di questi software sono prevalentemente le varie versioni di Windows.

Il primo virus informatico famoso nel mondo venne creato nel 1986 da due fratelli pakistani proprietari di un negozio di computer per punire chi copiava illegalmente il loro software. Il virus si chiamava Brain, si diffuse in tutto il mondo, e fu il primo esempio di virus che infettava il settore di avvio. [4]

Il primo file infector apparve nel 1987. Si chiamava Lehigh e infettava solo il file Command.com. Nel 1988 Robert Morris Jr. creò il primo worm della storia. L'anno seguente, nel 1989, fecero la loro comparsa i primi virus polimorfi, con uno dei più famosi: Vienna, e venne diffuso il trojan AIDS (conosciuto anche come Cyborg), molto simile al trojan dei nostri giorni chiamato PGPCoder. Entrambi infatti codificano i dati del disco fisso chiedendo poi un riscatto all'utente per poter recuperare il tutto. [5]

Nel 1995 il primo macro virus, virus scritti nel linguaggio di scripting di programmi di Microsoft come MS-Word ed Outlook che infettano soprattutto le varie versioni dei programmi Microsoft attraverso lo scambio di documenti. Concept fu il primo macro virus della storia. Nel 1998 la nascita di un altro dei virus storici, Chernobyl o CIH,famoso perché sovrascriveva il BIOS della scheda madre e la tabella delle partizioni dell'hard disk infettato ogni 26 del mese.

La diffusione di massa di Internet nella fine degli anni 90 determina la modifica delle tecniche di propagazione virale: non più floppy ma worm che si diffondono via e-mail. Tra i worm di maggior spicco antecedenti al 2000: Melissa, Happy99 e BubbleBoy, il primo worm capace di sfruttare una falla di Internet Explorer e di autoeseguirsi da Outlook Express senza bisogno di aprire l'allegato.[6] Nel 2000 il famoso I Love You che dà il via al periodo degli script virus, i più insidiosi tra i virus diffusi attraverso la posta elettronica perché sfruttano la possibilità, offerta da diversi programmi come Outlook e Outlook Express di eseguire istruzioni attive (dette script), contenute nei messaggi di posta elettronica scritti in HTML per svolgere azioni potenzialmente pericolose sul computer del destinatario. I virus realizzati con gli script sono i più pericolosi perché possono attivarsi da soli appena il messaggio viene aperto per la lettura. I Love You si diffuse attraverso la posta elettronica in milioni di computer di tutto il mondo, al punto che per l'arresto del suo creatore, un ragazzo delle Filippine, dovette intervenire una squadra speciale dell’FBI. Era un messaggio di posta elettronica contenente un piccolo programma che istruiva il computer a rimandare il messaggio appena arrivato a tutti gli indirizzi contenuti nella rubrica della vittima, in questo modo generando una specie di catena di Sant’Antonio automatica che alla fine mandava in tilt i server di posta. [7]

Dal 2001 un incremento di worm che per diffondersi approfittano di falle di programmi o sistemi operativi senza bisogno dell'intervento dell'utente. L'apice nel 2003 e nel 2004: SQL/Slammer, il più rapido worm della storia - in quindici minuti dopo il primo attacco Slammer aveva già fatto infettato metà dei server che tenevano in piedi internet mandando in tilt i bancomat della Bank of America, spegnendo il servizio di emergenza 911 a Seattle e provocando la cancellazione per continui inspiegabili errori nei servizi di biglietteria e check-in [8]; e i due worm più famosi della storia: Blaster e Sasser.[9]

Ogni sistema operativo che permette l'esecuzione di programmi scritti da terzi è un potenziale sistema attaccabile da virus, però bisogna anche riconoscere che ci sono sistemi operativi meno sicuri di altri. I sistemi operativi della Microsoft sono i più colpiti dai virus (anche a causa della loro diffusione tra un pubblico di 'non addetti ai lavori'), ma esistono virus sperimentali anche per altre piattaforme. Sui sistemi basati sul progetto GNU (GNU/Linux, GNU/Hurd, BSD, ...) e su Mac OS X la diffusione di un virus è molto improbabile se il sistema è gestito correttamente dal proprietario; inoltre, su questi sistemi un virus molto difficilmente può riuscire a causare danni al sistema operativo.



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